Gennaio 2016
“Svuota la pancia, liberI il cervello"
(Quello che il Kriya yoga propone)
Le rubrìche di Dicembre 2015 e Gennaio 2016 trattano lo stesso argomento, relativo al cosidetto Secondo Cervello. A confronto due letture, quella scientifica e quella yogica. Uno dei segreti della salute risiede nell'intestino.
Rimanere giovani è un nostro dovere.
Gli esseri umani si augurano di vivere il più a lungo possibile, ma molti non accettano la vecchiaia e chi la raggiunge se ne duole perché può essere degradante e ingiusta.
Oggi la scienza si occupa di riparare i danni prodotti dall'usura del corpo e della mente offrendo rimedi alle funzioni fisiche malate e sopprimendo i sintomi dolorosi in modo che l'individuo possa “tirare avanti” senza problemi. Così facendo, si rinuncia alla cosa più importante: la prevenzione.
Personalmente credo che non esistano rimedi miracolosi che possano cancellare decenni di irreparabili oltraggi del tempo, al contrario credo che si debba agire in tempo.
Lo yoga afferma che la salute e la vecchiaia si preparano anzi tempo; concordo.
E se è vero che lo yoga dispone di tecniche per ringiovanire, è altrettanto vero che devono essere precedute da una lunga e costante preparazione costituita dalla seduta quotidiana di yoga delle posizioni (asana), dal rilassamento, dal pranayama,dall'alimentazione semplice, buona e di qualità, dai pensieri positivi, dall'assenza dell'angoscia, dall'eliminazione di tutto ciò che esalta la violenza, eccetera; quindi “ampio programma”.
Illustrazione: Boris Indrikov, Surreal Lines Of Fantasy
Lo yoga può aiutarci?
Certamente, si. Ci fa riflettere sulla necessità di agire in tempo per rimanere giovani e sani; è un nostro dovere. Si comincia con la riduzione delle tossine che si accumulano nell'organismo e particolarmente nell'intestino. Ogni cellula vivente produce tossine per le quali la natura ha previsto vie naturali di eliminazione: la pelle, i reni, i polmoni. È essenziale preservare l'integrità di questi organi poiché se non compissero in modo impeccabile le loro funzioni, l'organismo si avvelenerebbe lentamente. Qualora il metabolismo non riesca naturalmente ad eliminare le scorie in eccesso, lo yoga può venire in aiuto, proponendo una serie di tecniche risanatrici accessibili a tutti.
Bere alla fontana dell'eterna giovinezza
Quando il dottor Faust firmò il patto con il diavolo, pretese innanzi tutto di ritornare a essere giovane. Faust, essendo stato condotto da Mefistofele nell'antro di una strega, quando vide sul focolare il calderone nel quale bolliva la pozione magica, ebbe un sussulto.
Faust, rivolto a Mefistofele:
“Questa folle stregoneria è nauseabonda. Mi assicuri che ringiovanirò con questi sortilegi? Ho veramente bisogno dell'aiuto di questa vecchia strega? E' vero che questa pozione infernale mi fa ringiovanire di trent'anni?... Povero me, se tu non avrai di meglio da offrirmi! Di già la speranza mi abbandona. La natura, oppure qualche spirito nobile non ha scoperto nessun rimedio contro la vecchiaia?”
Mefistofele, sarcastico:
“Mio povero amico, riconosco la tua parola intelligente! … Per ringiovanirti esiste in verità un mezzo naturale!”
Faust:
“Voglio conoscerlo! ...”
Mefistofele:
“Bene. Questo rimedio si ottiene peraltro senza l'aiuto di un medico o di una strega.
Vai a vivere in campagna, vanga, dissoda il tuo campo, vivi una vita semplice, senza abbandonare la tua piccola proprietà. Nutriti di cibi grossolani e poco cucinati. Vivi come i tuoi armenti ed in loro compagnia, e non essere tanto arrogante da voler concimare il terreno da solo. Ecco il mezzo migliore, credimi, per ringiovanire all'età di ottant'anni!”
Faust:
“Ma io non vi sono abituato; non mi conviene affatto maneggiare la pala; e poi questa vita di miseria non mi piace!”
Mefistofele:
“Ed ecco perché tu hai bisogno della strega!”
Faust è ciascuno di noi; sogniamo di bere alla fonte dell'eterna giovinezza, soprattutto quando si è persa, ma senza abbandonare qualche cosa. Ricorreremo anche noi alla strega?
Svuotiamo la pancia per liberare il cervello
SHANK PRAKSHALANA è la tecnica presentata in questa rubrìca. Significa “pulire la conchiglia”, alludendo al nostro intestino che nella sua forma attorcigliata sembra una conchiglia; dunque si tratta della pulizia profonda dell'intestino con l'eliminazione dei residui presenti in tutto il circuito digestivo, dallo stomaco all'ano. Cerchiamo, però, di non confondere o paragonare questa pulizia agli enteroclismi.
SHANK PRAKSHALANA è una tecnica yogica semplice che non richiede attrezzature speciali ed è indolore. Si tratta di ingerire dell'acqua per via orale; essa giunge nello stomaco e da qui, guidata con movimenti rapidi (asana) percorre tutto l'intestino fino allo sfintere anale. Si continua così fino a quando l'acqua fuoriesce dall'ano, limpida come quella ingerita.
Anche se SHANK PRAKSHALANA è semplice, è buona cosa che si pratichi nei momenti un cui siamo tranquilli, o abbiamo qualche giorno di vacanza, liberi dal lavoro, ma soprattutto quando la nostra vita non è troppo sbilanciata, per beneficiare totalmente degli effetti che la pratica promette. Le scoperte compiute nel campo scientifico sono oggi di grande utilità per metterci in grado di comprendere meglio ciò che gli yogi avevano già scoperto tanto tempo fa, senza miscoscopi o studi di ricerca specifici. In ogni caso, al praticante moderno, che deve anzitutto persuadersi che valga la pena di sperimentare questa tecnica, occorre una trattazione dettagliata dell'argomento.
A tale proposito il centro Maya propone incontri specifici, almeno due volte all'anno, in cui vengono spiegati tutti i passaggi per una buona esecuzione, costituiti da: indicazioni sui preparativi, sullo schema di esecuzione completa della pulizia, sui movimenti necessari per il transito dell'acqua nel tubo digerente, su quello che si deve mangiare come primo pasto, dopo la pulizia e sulle controindicazioni.
I partecipanti agli incontri, riceveranno la descrizione molto dettagliata relativa alla tecnica in oggetto, comprensiva di tabelle illustrative delle posizioni yoga, per poterla eseguire in modo autonomo, a casa propria.
Molte grazie, Silvia Caleffi