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Marzo 2017 

 

Il  Karma è arrivato a Sanremo 

 

 

Con il festival di Sanremo, da febbraio 2017 sono più numerose le persone che conoscono la parola “karma”

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Grazie alla saggezza ispirata che scorre fra le parole del testo vincente, grazie allo scimmione ballerino che in sottofondo sul palcoscenico anima l'impossibile, l'allegoria si fa arte musicale, divertimento, leggerezza.

Tutto è perfetto... la recita è perfetta e tutti sono felici per la vittoria; fuochi d'artificio sensoriali, applausi e il vincitore è un “grande”, è un “dio”.

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Scontro  violento con  la stupidità? ... incontro inebriante con il potere del denaro? ... che altro? 

Mi piace pensare all'uomo che costruisce, che crea, che non si conforma ai capricci dell'io, che è capace di indignarsi.

La stupidità si accorda con il potere, con la fama e l'avidità, e si infiltra agilmente dappertutto mentre l'intelligenza resta la grande esclusa. Così, provo un senso di disagio leggendo le parole della canzone che trasuda di debolezza di pensiero, di una grande confusione di concetti. E' assente quel pungente e costruttivo sarcasmo utile alle persone per scongelare la sensibilità, utile per dare prova di intelligenza di cuore e di cervello; ma qui l'intelligenza è la grande emarginata.

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Come spiegare l'importanza enorme che ha un cantante, un attore o un big dello sport nell'immaginario delle persone?

Come interpretare l'idolatria di cui questi personaggi sono oggetto da parte di miglioni di esseri umani?

Come giustificare i guadagni esagerati di questi big rispetto alla loro importanza per la vita reale?

Quello che succede è che essi diventano potenti riferimenti per la vita di molti uomini, donne e ragazzi a tal punto da alimentare in loro inconsistenti ed effimere speranze ed illusioni.

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L'uomo di oggi

Dal libro “Dietro lo specchio” del Prof. Vittorino Andreoli, psichiatra e scrittore di fama mondiale, ho tratto un brano che descrive in modo interessante e impietoso l'uomo nella società attuale: smarrito emotivamente, sbattuto come un pendolo oscillante di qua e di là fra i sentimenti che considera un prodotto “usa-e-getta”, disorientato nella vita dove reale e virtuale si confondono.

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L'uomo di oggi malato di stupidità”

Oggi l'uomo sembra avere perso gli strumenti di bordo e non sapere più dove stia andando. Se dovessi diagnosticare quale sia la malattia di questa società, direi che sì, è la stupidità, una malattia vecchia ma oggi fortemente aggravata. E' incredibile come oggi il successo si accompagni alla stupidità, premi spesso chi ignora, chi non sa. E' come se la conoscenza, il pensiero, la riflessione fossero diventati delle perdite di tempo, e la cosa fondamentale sia agire, come se il fare avesse un significato positivo indipendentemente da quello che si combina. L'uomo di oggi si agita ma non riesce più a dominare, né sa perché corra tanto, né verso dove.

 

Tutto ciò non genera insicurezza?

La stupidità e l'ignoranza sono le prime caratteristiche che balzano agli occhi, ma poi bisogna domandarsi cosa ci sia sotto, e sotto c'è l'insicurezza, fortemente aumentata in una società complessa che muta rapidamente, per cui si è costretti a continui sforzi di adeguamento accelerato. Ciascuno di noi ogni mattina esce con una borsa piena di maschere, e ogni tanto deve togliersene una e indossarne un'altra, perché abbiamo un comportamento sul lavoro, un altro in famiglia, un terzo con gli amici e così via.

Viviamo in teatro dove dobbiamo cambiare continuamente parte, e la paura di sbagliare è grande, perché sbagliare vuol dire insuccesso, frustrazione.

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Eppure i progressi scientifici e tecnologici avevano diffuso l'illusione di un uomo forte e invincibile...
Forte e invincibile? L'insicurezza e la paura sono le caratteristiche dominanti di quest'epoca. Una recente ricerca ha dimostrato che l'uomo adulto italiano in questo momento ha paura di perdere la sua posizione sociale, perché avverte che il livello cui è arrivato, piccolo o grande che sia, è instabile. Ci troviamo di fronte a un uomo spaventato che continua a mostrare di fare qualcosa, ma in realtà non sa che cosa stia facendo." [...] “occorre immaginare un mondo nuovo per trasformare la realtà. […] smettere di correre e cominciare a riflettere” ….. bisogna gridare con tutta la voce possibile che l'uomo è ben più di due braccia e di dita che premono i tasti di un computer, l'uomo è colui che può pensare, meditare, analizzare, comprendere, attività che si svolgono immobili, come Buddha che restò sotto un albero di fico per 9 anni nutrendosi di qualche chicco di riso.

Se fosse vissuto nella società contemporanea Buddha sarebbe stato additato come un disoccupato, un emerginato. Non avrebbe diritto nemmeno a quel chicco di riso perchè dovrebbe imbullonare, fare televisori o frigoriferi... solo così si è buoni” … dunque smettere di correre e cominciare a riflettere

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Il Karma: lo scrigno dei perché 

Nel titolo della canzone vincente a Sanremo, a mio avviso, c'è una giusta verità: il karma degli occidentali.

Azzeccata è l'ironia per la legge Karmica fatta su misura per gli occidentali; uno a zero per l'autore, ma questo non è sufficiente per vincere.

Esiste forse il karma europeo, americano, australiano o dei Papua?

 

E' troppo sbrigativo scrivere e parlare della dottrina del karma chiamandola “legge di causa ed effetto” che replica evangelicamente il detto “l'uomo raccoglie ciò che ha seminato”. Certamente si, è anche questo e molto altro ancora.

Per esempio, è utile inserire questa tematica su uno sfondo ampio, quello del cosmo.

Il cosmo è un Tutto che include ogni cosa, dalla più grande alla più piccola. Dobbiamo vedere il karma come unità in cui qualunque cosa che avviene in una sua qualunque parte influenza, per quanto in misura minima, il resto.

Una persona che spicca un salto sulla terra, un elettrone che cambia orbita intorno al nucleo atomico, una stella che esplode a una distanza di mille anni-luce, invia una sorta di increspatura attraverso l'universo fisico. Così anche un atto mentale, un pensiero, un sentimento influisce sul mondo psichico e su quello spirituale.

Ad alcuni il karma può apparire solo l'inesorabile legge di causa ed effetto, che incatena l'uomo alla ruota del dolore e della miseria, e che domina l'intera esistenza imponendo il continuo riscatto degli errori commessi; ma coloro che riescono a vedere al di là delle manifestazioni superficiali riescono anche a percepire la sua profonda armonia e a creare questa armonia dentro di se.

 

Il pendolo oscilla incessantemente, un giorno bello, un altro terribile; dissonanze e squilibri ordinari, ma c'è un punto di equilibrio a cui tutto deve tornare.

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Molte grazie, Silvia Caleffi

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