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Hatha Yoga 

La chiave di accesso alle dinamiche energetiche che possono trasformare l'essere umano ed espandere le sue potenzialità è costituita da una serie di pratiche definite "Hatha Yoga". Tale pratica è finalizzata a un processo di unificazione e trascendimento delle polarità. L'etimologia del termine Hatha Yoga si presta a una duplice interpretazione: da un lato significa "violento, forzato”; dall'altro è la fusione di “Ha, il Sole”“Tha, la Luna", che in ambito psicofisico rappresentano le polarità proprie dell'individuo che si sforza di unificare. Considerando questa doppia accezione, il praticante può, sin dall'inizio, intuire che si trova di fronte ad un grande impegno. Diventano centrali nel metodo la pratica di Asana, Pranayama, Concentrazione, Rilassamento e Meditazione.

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Ogni anno scelgo un tema di fondo per farci riflettere sulla teoria e prassi yogica. Quest'anno ho scelto: 

"Il Bene e il Male: destreggiarsi fra i due in un percorso sinuoso e insinuante insieme"

Appunti di riflessione sul tema  

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                                                                                            "Che la menzogna sia necessaria per vivere

                                                                                       anche ciò fa parte di questo terribile e problematico

                                                                                                          carattere dell'esistenza”

                                                                                                                   F. Nietzsche

 

Appunti disordinati, di riflessione, di spunto, forse per il bisogno di cultura per vivere meglio o forse per la crescita dell'autonomia personale, non solo dal punto di vista letterario ma anche umano; questo mi sento di esprimere con grande rispetto verso ciò che ancora non conosco.

 

Questi temi, il bene e il male, fonti di preoccupazione e interrogativi, da sempre occupano la mente dell'uomo.

Il male si insinua ovunque, nel corpo con le malattie, nell'etica con una morale che da qualche parte si inceppa, nella psiche con la malvagità di cui il male ne è una causa. 

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Il male nasce con l'uomo.

“C'è un carico di dolore che rimane inspiegabile e inaccettabile, perché uomini e animali soffrono e continueranno a soffrire ed è proprio tale loro immane e incancellabile sofferenza a impedire strutturalmente la realizzazione di una superiore e giusta armonia”, queste le parole di Vito Mancuso in “La via della bellezza”

 

Ma anche il bene nasce con l'uomo: entrambi, bene e male, sono due facce della stessa medaglia.

Anche il bene esiste e si verifica con regolarità nel mondo.

“Come potrebbe nascere qualche cosa dal suo contrario? ad esempio la verità dall'errore o la volontà di verità dalla volontà dell'illusione? o l'azione disinteressata dall'egoismo?” (F. Nietzsche)

 

Se riflettiamo: che cos'è la libertà? E' il continuo muoversi fra due opposti.

La Libertà, questa faccenda, quanto è costata agli uomini!?!?

 

C'è differenza fra il concetto di LIBERTA' e di LIBERAZIONE?

Ricordo che questi miei appunti sul tema in oggetto sono da sviluppare in modo più strutturato e soprattutto saranno fonte di ispirazione per i seminari domenicali di questo nuovo anno in cui teoria e pratica si alternano.

 

Altra riflessione: i NATHA YOGIS (la tradizione dei Natha, nota 1) si disciplinavano per raggiungere lo stato dove piacere e dolore, virtù e ozio, non potevano più avere potere su di loro.

Insegnavano che il corpo umano è una copia dell'universo e che il processo vitale poteva essere diviso in due aspetti, SHIVA e SHAKTI; entrambi risiedono nel corpo.

I NATHA ricercavano la liberazione durante la vita. I metodi usati a tale scopo erano semplici (forse per loro, un po' meno per l'uomo moderno). Sostenevano che non è necessario fare pratiche religiose esteriori, né la conoscenza dei trattati; insistevano solo su una via diretta, qella che il mistico scopre in se stesso: l'intuizione, il discernimento, la verità, la semplicità di cuore e di spirito, ciò che in greco si chiama “aletheia”

Ogni circostanza, ogni attività quotidiana è impregnata di queste qualità; per questo è bene santificare, trasfigurare il corpo.

 

Mi sia permesso fare un'altra scivolosa e insinuante riflessione: ora lo HATHA YOGA PRADIPIKA (1)

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Possiamo chiederci: c'è in questo trattato così lontano da noi, i cui contenuti hanno come obiettivo l'en-stasi, una valenza etica accettabile oggi?, c'è un insegnamento pratico per vivere meglio, nella giustezza, nel rispetto, nel potere “sulle derive malefiche dell'illusione”?

 

Molte grazie, Silvia

 

Nota 1 – Hatha Yoga Pradipika ad opera di Svatmarama discepolo di Gorakhnat (XV sec.)

  • Sri Matsyendra Nath – il grande pescatore che distrusse la rete dell'illusione.

  • Tradizione dei NATHA

Asana

 

Asana è la coscienza del corpo attraverso le “posizioni”, la sua regolazione, il suo equilibrio. Il termine spesso è sinonimo di "mudra".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciò che contraddistingue lo Yoga è il suo aspetto pratico; è soprattutto “un'esperienza” che ha la particolarità di essere “reale”… Ora, oggi, non domani. 
Ecco l'originalità sottile e distintiva di questa pratica rispetto le altre. Insiste nel rimandarci continuamente alla capacità di esserci, di accorgersi di ciò che accade, un istante dopo l'altro.

 

La pratica delle posizioni mette in evidenza l'importanza di una buona impostazione della colonna vertebrale, il raddrizzamento della schiena, la stabilità dell'ossatura, la fluidità nel movimento.
E' indispensabile partire dal corpo perché “tutto” è dentro il corpo. Dietro la sua facciata si nascondono storie, processi, sensibilità diverse da persona a persona.
Per esplorarlo si agisce con rispetto, progressivamente, con un ritmo che gli è proprio, diverso dal ritmo della mente. Ciò offrirà tante possibilità di sviluppo.

"In relazione intima con il corpo, quando è bello abitare la posizione e nasce il desiderio di restare lì, allora questo è ASANA" ("Stira-sukham asanam” Patanjali – Yoga Sutra II, 46)

ASANA prepara il terreno affinché si possa entrare in un circolo virtuoso che apre le porte alla tappa successiva: PRANAYAMA...

Pranayama

 

PRANAYAMA è l'insieme delle pratiche yogiche basate sul controllo del respiro quale "Prana".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L'apprendimento e il perfezionamento della respirazione completa e di quella spontanea, sono alla base del programma.

Il corpo ben strutturato con asana ha ritrovato una maggiore intelligenza; la gabbia toracica ha guadagnato scioltezza ed è pronta per sperimentare il piacere di respirare pienamente.

 

Nell'asana si segue la respirazione. Si impara a gestire il ritmo e le sue modificazioni, il volume, la pausa, la durata del soffio.

Alcune tecniche più specifiche svilupperanno l'interesse verso il recupero dell'autenticità del mettersi all'ascolto dei segnali di bisogno respiratorio, riducendo i rischi di una loro drammatizzazione.

La respirazione prepara il rilassamento che si approfondisce in modo “automatico” grazie al soffio, a punto tale da non avere più bisogno di osservare una tecnica. Poiché questo stato ci appartiene, ci dobbiamo limitare a lasciar andare le cose.

Rilassamento

 

Spesso si crede che siano le zone del corpo in tensione quelle su cui, per prime, si deve agire per risolvere il problema.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il principio proposto consiste nell'usare un altro approccio di fronte alla tensione fisica e quella psichica.

Si partirà dai nostri punti di forza , dalle zone fluide e da ciò che sta beneaffinché le zone oscure siano influenzate e una volta gratificate, sarà possibile la loro esplorazione in uno stato di disponibilità che col tempo e a piccoli passi produrrà un miglioramento complessivo del nostro stato.

Non si dimentichi la dupplice valenza dei termini “tensione” e “distensione”; essi hanno implicazioni sia nella sfera fisica, nei muscoli, nelle articolazioni, sia a livello dei processi mentali, nelle sensazioni; infatti un muscolo può essere in tensione o rilassato e così anche un'attitudine nell'azione quotidiana può essere irrequieta, caotica oppure chiara.

Rilassarsi vuol dire valorizzare l'intelligenza del corpo grazie all'assopimento dell'attività intellettuale.

Rilasciarsi vuol dire attivare al massimo le proprie potenzialità in uno stato diallerta estrema evitando, però, di esprimerle; queste potenzialità sono in uno stato di latenza e solo quando lo decidiamo volutamente sono attivate.

Saranno messe a confronto queste due nozioni : rilassamento – rilasciamento.

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