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Ottobre 2016

LO YOGa,  IL DENARO, LA RELAZIONE INSEGNANTE/ALLIEVO  

Idee per perplessi (terza parte)

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"L'uomo è un essere in transizione” - Sri AUROBINDO

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Dopo una lunga pausa estiva, rubrìca riprende il tema dei mesi precedenti “LO YOGA, IL DENARO, LA RELAZIONE INSEGNANTE/ALLIEVO” 

Un insieme di argomenti delicati e complessi.

Benvenuti i commenti e altri o diversi punti di vista da parte di chi decide di dedicare un po' di tempo a questa lettura.

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INSEGNARE YOGA OGGI

Cosa vuol dire insegnare yoga in occidente, oggi?

Per l'occidentale la nozione di maestro, di guru, che significato può avere?

Che genere di relazione si può stabilire con un maestro?

C'è differenza fra questa relazione e tutte le altre relazioni?

Ma chi è poi, il guru?

L'aspirante allievo/discepolo che cosa si aspetta dal guru? Che cosa non può aspettarsi? Che cosa deve dargli in cambio?

Che cosa è innanzitutto un allievo/discepolo? l'aspirante è proprio deciso a voler essere un discepolo? E come tale deve avere dei requisiti per essere un buon allievo?

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The worlds of M.C. Escher 

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Domande fondamentali poichè il Cammino o la Sadhana si reggono su questa impossibilità: seguire una via aiutati da qualcuno che si utilizza a proprio profitto ma senza stabilire con lui una vera relazione tra discepolo e guru, relazione capitale in tute le tradizioni.

 

E' questo un argomento immenso che, anche con tutte le buone intenzioni e le migliori argomentazioni, “si può essere certi di parlare a dei sordi”, affermazione che prendo in prestito da A. Desjardins

 

LA FIGURA DEL GURU NELLA TRADIZIONE INDIANA

“Il guru è colui che conduce il discepolo dalle tenebre alla luce, dalla morte alla immortalità”

 

Ideale irragiungibile quello del guru tradizionale! Si può dire che, oggi un guru strettamente tradizionale non può essere di nessuna utilità per gli allievi o  i candidati discepoli moderni.

 

Sempre secondo la tradizione indiana, alle cure del guru venivano affidati i bambini per apprendere la scienza sacra e per prepararsi alla vita nel ruolo sociale a cui erano votati per nascita. La vita a stretto contatto con il guru aveva lo scopo di forgiare più aspetti dell'individuo; il guru offriva la vita spirituale.

 

Oggi il panorama è completamente diverso; il guru, ammesso che se ne trovi qualcuno autentico, deve cambiare ruolo, cioè deve prima assumere quello di “educatore emozionale”

 

Etimologicamente educare vuol dire “condurre fuori da” e in questo caso “condurre fuori dalle emozioni”.

 

EDUCAZIONE EMOZIONALE

Oggi l'educazione emozionale è nulla sia nei bambini, sia negli adulti e questo frenerà il cammino degli aspiranti allievi dello yoga e a volte li rende inadatti ad impegnarsi in questa disciplina perché non hanno risolto un gran numero di problemi personali.

 

Grazie alla grande notorietà che lo yoga ha raggiunto in occidente, tutti sanno che gli Yoga Sutra di Patanjali che presentano il Cammino yogico in otto parti (yama – niyama – asana – pranayama – pratyahara - dharana – dhyana – samadhi) cominciano col trattare in dettaglio le prescrizioni etiche e psicologiche ancor prima di praticare asana e pranayama; esse sono chiamate yama e niyama e trattano, per esempio, dell'equanimità cioè assenza di emozioni.

 

L'INSEGNANTE DI YOGA OGGI

Oggi l'insegnante di yoga frequenta una scuola di formazione, riceve un diplona o attestato di frequenza alla fine di un percorso di studio e sperimentazione di circa 4/5 anni, a volte anche più breve. Oggi l'insegnamento, la trasmissione, avvengono durante “la lezione”cioè in un tempo e in un luogo separati dalla vita quotidiana; spesso l'esperienza vissuta lì sul tappetino, rimane relegata al luogo dove si pratica, e pur restando un luogo privilegiato, quell'esperienza è incapace di produrre un cambiamento vero nella vita di tutti i giorni.

 

La vita è effettivamente il più grande e più geniale dei guru – Arnaud Desjardins

 

Molte grazie, Silvia Caleffi

                                                                                                                               ...continua con la rubrìca di novembre.

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